Ha tra i 31 e i 40 anni; è maschio e diplomato. In più della metà dei casi, è certo di poter contare sulle proprie capacità e sull'esperienza già acquisita per fare il grande "salto" affrontando il rischio di aprire un'impresa, lasciando magari un lavoro che non lo soddisfa. Ma un altro terzo dei neoimprenditori è stato indotto a mettersi in proprio perché ha perso o ha difficoltà a trovare un lavoro alle dipendenze.
Questo il profilo dei capitani d'impresa del 2010, ovvero di coloro che hanno deciso di fondare, da titolari o da soci di maggioranza, una nuova azienda, rischiando in prima persona anche investendo proprie risorse economiche. Le difficoltà a trovare un lavoro alle dipendenze oppure l'instabilità di un precedente contesto occupazionale sono state invece la motivazione principale per il 34% dei neo capitani d'azienda.
Il ritratto emerge dall'indagine condotta dal Centro studi di Unioncamere su un campione di 5.200 imprese attive nate nel 2010 e per le quali è possibile identificare il settore di appartenenza, rappresentativo di quelle oltre 213mila "vere" nuove imprese iscritte nel corso dell'anno.
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