I risultati del 2° Rapporto dell'Osservatorio Nazionale Distretti Italiani

Immagine associata al documento: I risultati del 2° Rapporto dell'Osservatorio Nazionale Distretti Italiani "Gran parte dei distretti produttivi italiani nel 2010 ha tenuto alla congiuntura fortemente negativa, pur con trasformazioni strutturali e un ridimensionamento, in termini occupazionali oltre che di fatturato, importanti. I segnali, come l'export che ha ripreso a salire dopo valori sistematicamente negativi, sembrano indicare l'uscita definitiva dalla recessione. Tuttavia, la strada per un recupero effettivo delle posizioni perse appare piuttosto impervia. Se molti distretti mostrano grande vitalità, come nel caso dell'agroalimentare di San Daniele del Friuli, delle macchine tessili di Biella, dell'alimentare di Parma, dell'oreficeria di Arezzo, dell'abbigliamento di Rimini, della concia di Solofra, molti altri sono ancora in difficoltà, come il distretto delle macchine utensili di Piacenza, l'abbigliamento Sud abruzzese, le cappe aspiranti e gli elettrodomestici di Fabriano, il tessile-abbigliamento di Treviso. I dati 2010 segnalano una forte reazione alla crisi, con una considerevole accelerazione, che ha coinvolto tutti i settori, da metà fino alla conclusione dell'anno. Per il 2011 le imprese distrettuali prevedono aumenti di produzione e di vendite, a fronte di investimenti in crescita. I segnali di una ripresa robusta, quindi, si scorgono, ma non hanno ancora un carattere definitivamente sistemico".

Valter Taranzano, presidente della Federazione dei Distretti Italiani, sintetizza l'esito del 2° Rapporto dell'Osservatorio Nazionale Distretti Italiani, che ha preso in esame l'andamento dei distretti nel corso del 2010, tracciando inoltre delle proiezioni 2011.

"Ciò che emerge dal 2° Rapporto - continua Taranzano - è l'evoluzione che stanno attraversando i distretti. Evoluzione caratterizzata da importanti trasformazioni organizzative realizzate dalle aziende. In primo luogo, la dimensione media delle imprese localizzate nei distretti tende ad aumentare ed è superiore rispetto alla media nazionale. In particolare, nel Nord-Est, dove maggiore è l'intensità dei distretti, le aziende grandi (con più di 50 milioni di fatturato) sono pari al doppio di quelle piccole (con meno di 10 milioni di fatturato). Alla luce di questa nuova realtà, registriamo una forte dispersione dei risultati delle imprese distrettuali. Le aziende migliori crescono sempre di più, mentre quelle marginali rischiano la chiusura. La differenza tra i due "poli" è determinata dalle strategie applicate: le imprese che registrano performance brillanti di bilancio sono quelle che, oltre a puntare sulla qualità di prodotto e sull'affermazione del marchio, hanno orientato gli investimenti sul controllo diretto dei canali distributivi, soprattutto all'estero. Da una parte, quindi, una reazione "creativa", dall'altra evidenti sintomi di inadeguatezza.

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Sito di riferimento: http://www.osservatoriodistretti.org/
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Data Pubblicazione sul portale: 16 Febbraio 2011
Fonte: Osservatorio Nazionale Distretti Italiani
Aree Tematiche: Sistema Puglia
Redazione: Redazione Sistema Puglia
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