Qualità e "fai da te", ecco l'identikit dell'impresa rosa

Immagine associata al documento: Qualità e "fai da te", ecco l'identikit dell'impresa rosa Fanno tutto o quasi da sole: hanno creato dal nulla la propria impresa, puntano sulla qualità, non ricorrono a prestiti e considerano assolutamente insoddisfacenti i servizi e le azioni di sostegno. Questo in estrema sintesi il quadro che emerge da una ricerca della Cna, effettuata su un campione di 101 piccole e medie imprenditrici associate, presentata nel corso del convegno "L'altra metà dell'economia, imprenditrici che crescono", volto a celebrare il ventennale di Cna Impresa Donna.

La maggioranza delle intervistate ha oltre 40 anni il (70% ), vanta un'esperienza di oltre dieci anni (73,3%,), è diplomata (56,4%), risulta titolare della propria azienda (53,5%), e lavora soprattutto al nord (51,5%).
Per quanto riguarda i settori di attività, le più rappresentate risultano essere coloro che si occupano dei servizi alla comunità (18,8%), moda (17,8%) e produzione (13,9%), cui seguono le imprese che operano nell'ambito artistico e tradizionale (11,9%), nella comunicazione e terziario avanzato (10,9%). Quote inferiori al 10% del campione appartengono al settore degli alimentari (8,9%), del benessere e sanità (7,9%), dell'istallazione e impianti (6,9%) e soltanto 3 intervistate risultano imprenditrici nell'ambito delle costruzioni. A causa anche delle piccole dimensioni un'ampia maggioranza delle imprese (il 62,4%) lavora prevalentemente in ambito locale o regionale, a fronte del 27,7% che presenta un mercato su scala nazionale e di un marginale 2% che lavora principalmente con l'estero.
Un'indicazione particolarmente interessante riguarda la presenza di familiari occupati all'interno delle imprese gestite da donne, che evidenzia chiaramente un forte radicamento o comunque un forte coinvolgimento della sfera parentale (59,4%), nell'esperienza imprenditoriale femminile. Tra le intervistate che impiegano uno o più familiari all'interno delle proprie aziende, sono i fratelli le figure più citate (66,3% dei casi), seguiti dai genitori (63,4%), dal coniuge (62,4%) e dai figli (56,4%). È quindi il nucleo più ristretto a partecipare della vita e del sostegno dell'impresa, sottolineando indirettamente il ruolo sempre significativo dell'impresa familiare nella tradizione della produzione artigiana.

Ben il 54% delle intervistate ha creato dal nulla una nuova impresa e lo ha fatto contando quasi esclusivamente sui propri capitali, soltanto il 12,1% delle intervistate ha infatti chiesto, e ottenuto, un prestito presso una banca per avviare l'impresa, a dimostrazione che il rapporto con il sistema creditizio resta particolarmente difficile per le pmi. Anche nella realizzazione dell'impresa tra le donne prevale il "fai da te": l'85,5% dei casi di coloro che hanno dato vita a una nuova attività, infatti, ha elaborato personalmente il progetto, e il 63,4% non ha utilizzato alcuno strumento di analisi di mercato, affidandosi soltanto alle proprie capacità e intuizioni. In compenso però diffusa e prevalente risulta invece la partecipazione a corsi di formazione sulla costituzione e gestione di imprese (53,5%).
La maggioranza ha confermato una tendenza a innovare prodotti e dei servizi: soltanto il 37,6% del campione registra infatti una sostanziale staticità, mentre un'ampia maggioranza delle imprenditrici (il 55,4%) attesta un cambiamento "parziale".

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Data Pubblicazione sul portale: 16 Febbraio 2011
Fonte: CNA
Aree Tematiche: Sistema Puglia
Redazione: Redazione Sistema Puglia
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