"Dobbiamo investire di più in avanguardie tecnologiche, soprattutto in ambito biomedicale". Per il Presidente italiano della Task Force Pietro Celi, del dipartimento per le Politiche di Internazionalizzazione e Promozione degli scambi del ministero dello Sviluppo Economico è questa la tendenza emersa dalle giornate di scambio italo-russe. L'innovazione di beni e servizi deve essere la direttiva per il rafforzamento dell'interscambio tra i due paesi, che nei primi nove mesi del 2010 registra un aumento del 9%. Il momento è assolutamente favorevole per quanto riguarda gli investimenti 'oltrecortina' - come si sarebbe detto un tempo. Attualmente sullo scacchiere economico europeo la Russia conta soprattutto per le forniture di materie prime e in particolare di quelle energetiche. Da parte di Mosca però esiste la volontà di una maggiore integrazione col mercato dell'Unione. E questo significa maggiore disponibilità, rispetto agli ultimi anni, ad attirare investimenti diretti nel Paese, oltre che a esportare i capitali derivati
dagli enormi profitti legati a gas e petrolio. "Ma c'è ancora tanto da fare - ha detto Celi -, visto che siamo solo quinti nelle esportazioni in Russia e i quarti a importare". Cosa impedisce lo sviluppo delle relazioni internazionali? In primo luogo l'eccessiva frammentazione del sistema produttivo. "Nulla di nuovo - ha spiegato il presidente - ma è bene ripeterlo ancora una volta".[...]
Da "La Gazzetta dell'Economia" del 27 novembre 2010 (pag. XV)
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