Il Conto energia fa da traino al business del fotovoltaico al Sud: nel 2009 sul territorio meridionale sono entrati in funzione impianti per una potenza complessiva pari al triplo dei valori dell'anno precedente.
I dati forniti dal Gestore dei servizi elettrici rendono testimonianza perfetta ai "miracoli" che da queste parti diventano possibili quando c'è un sistema d'incentivazione che funziona e - soprattutto - conviene. Un sistema il cui futuro è comunque pieno di incertezze, dal momento che a partire dal 2011 gli aiuti del Conto energia dovrebbero subire un drastico ridimensionamento. E così lo scenario meridionale di settore dominato dalla Puglia, prima regione italiana per potenza del proprio parco di pannelli solari, da qui a un anno sarà chiamato alla difficile sfida della "tenuta" di fronte a un apporto di risorse pubbliche che andrà via via scemando.
Oggi nelle cinque regioni del Sud secondo il Gse risultano attivi 13.668 impianti fotovoltaici con una potenza complessiva di 347.405 chilowatt, il 30,2% del valore espresso dal sistema nazionale. E dire che nel 2006, a un anno dall'entrata in vigore del primo Conto energia (attraverso il Dm 28/7/2005), le strutture in funzione erano a malapena 129 con una potenza di 887 chilowatt. Il boom, al Sud come nel resto del Paese, lo si deve al varo del nuovo e ancora più vantaggioso Conto energia (Dm 19/02/2007): da allora si è registrata una escalation di nuovi investimenti, concentrati soprattutto nelle regioni che offrivano procedure burocratiche più snelle per la realizzazione dei parchi fotovoltaici.
Nel Mezzogiorno, per esempio, nel solo 2009 sono stati installati impianti dalla potenza di 243.076 chilowatt, contro gli 82.341 chilowatt dell'anno precedente. Si arriva così allo scenario attuale dominato dalla Puglia, dove risultano attivi 5.400 impianti capaci di esprimere una potenza pari a 215.031 chilowatt. La Lombardia, regione storicamente molto attenta al business delle energie rinnovabili, pur ospitando 10.999 strutture a pannelli deve accontentarsi della seconda piazza nazionale in virtù di una potenza di quasi 128mila chilowatt. Decisivo per il consolidamento della leadership pugliese il ruolo giocato dalla Legge regionale 1/2008 che ha reso gli impianti di potenza inferiore a un megawatt realizzabili attraverso una semplice Dia, dando un taglio radicale alle peripezie tra uffici e carte bollate delle imprese interessate a investire. […]

Da "Il Sole 24 Ore Sud" del 31 marzo 2010 (pag. II)

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