Puglia - Neuromielite ottica, scoperto a Bari il ruolo chiave di una proteina

Immagine associata al documento: Puglia - Neuromielite ottica, scoperto a Bari il ruolo chiave di una proteina ll 'segreto' dell'Acquaporina non è più un segreto. Per anni ci si è chiesti quale fosse il ruolo di questa proteina nelle due devastanti patologie che colpiscono il sistema nervoso centrale: la sclerosi multipla e la neuromielite ottica. Adesso si sa. La scoperta è il prezioso frutto di una serie di ricerche effettuate nell'ambito del progetto 'I Doni della Scienza', avviato dall'Università degli Studi di Bari e sostenuto dall'Assessorato allo Sviluppo economico. L'equipe di professori, operanti nei Dipartimenti interessati, giovani ricercatori e imprese private si è avvalsa del sostegno della Regione Puglia, che ha stanziato, per questo ed altri progetti, un totale di un miliardo e 762 milioni di euro (fino al 2013). L'obiettivo? Valorizzare la ricerca, privilegiandone quella fetta in cui operano con impegno e dedizione i più giovani. Come dire: quando il fine giustifica i mezzi.

Ma torniamo al mistero - ormai svelato - dell'Acquaporina 4. Questa proteina ha la funzione di veicolare l'acqua all'interno delle cellule. Funzione particolarmente importante se parliamo delle cellule di sup- porto del sistema nervoso, che, all'intern0 della rigida struttura celebrale, si servono dell"acqua per mantenerne inalterati il volume e forma. Ebbene, gli studi hanno dimostrato una relazione tra la proteina e le patologie ma, nel dettaglio, tra la proteina e la neuromielite ottica, variante più aggressiva della sclerosi multipla, spesso anche confusa con essa. Di nuovo c'è che ad essere attaccata è una porzione della struttura molecolare dell'Acquaporina, riconosciuta e attaccata dagli anticorpi, "attraverso un vero e proprio meccanismo chiave - toppa", ha spiegato Maria Svelto, responsabile del Dipartimento di Fisiologia Generale ed Ambientale e coordinatrice delle ricerche. "L'anticorpo riconosce le zone in cui la molecola si rende vulnerabile ad attacchi e vi si lega, danneggiando così il nervo ottico e compromettendone le funzioni", ha continuato. La malattia è fortemente invalidante: in alcuni casi porta alla cecità, a problemi di deambulazione e paralisi. La ricerca assume, quindi, una forte rilevanza nello scenario scientifico mondiale, poiché spalanca le porte ad indagini sulle cause scatenanti di altre simili patologie autoimmuni del sistema nervoso centrale.

Senza contare l'aiuto che essa offre nei complessi passaggi di preparazione del farmaco adatto alla cura. I successi conseguiti, in questo senso, dal gruppo di ricerca "non devono fomentare illusioni di terapia - ha precisato la Svelto - ma costituiscono, in ogni caso, un enorme e significativo passo avanti".

A presentare la novità, ieri nella sede della Regione (via Capruzzi), gli addetti ai lavori: le responsabili dei Dipartimenti di Fisiologia Generale ed Ambientale e Scienze Neurologiche e Psichiatriche, Maria Svelto e Maria Trojano; il responsabile del Dipartimento Farmaco - Biologico, Ferdinando Calmieri; la responsabile del Dipartimento di Anatomia umana e Istologia, Luisa Roncali; il responsabile del Dipartimento Farmaco - Chimico, Angelo Carotti. Presenti, tra gli altri, la vicepresidente della Regione Puglia e assessore allo Sviluppo economico, Loredana Capone, e il vicerettore dell'Università degli Studi di Bari, Caruccio.

Da "Puglia - Quotidiano di Vita Regionale" del 10 febbraio 2010 (pag. X)       -          
 
Riferimenti (ALT+"D")
Data Pubblicazione sul portale: 10 Febbraio 2010
Fonte: Puglia - Quotidiano di vita regionale
Aree Tematiche: Sistema Puglia, Rassegna Stampa, Politiche per lo Sviluppo, Ricerca e Innovazione Tecnologica
Redazione: Redazione Sistema Puglia
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