Per la moda ripresa in chiaroscuro

  Riprende il fatturato ma la è ancora flessione dei volumi produttivi, soprattutto nelle imprese di subfornitura. L'industria della moda italiana riprende fiato ma resta in affanno. E lo fa in casa delle piccole aziende e del mondo artigiano, ovvero il luogo in cui la manifattura diventa Made in Italy.

E' quanto emerge dal Rapporto 2006 sulla subfornitura elaborato dall'Osservatorio nazionale sulla subfornitura moda e presentato ieri a Prato dal Comitato network subfornitura moda e Cna Federmoda. Secondo il rapporto, il 2006 per l'industria della moda è stato un anno di ripresa del fatturato con un incremento di circa il 2%.

I volumi produttivi, però, continuano ad essere in flessione penalizzando soprattutto il mondo della subfornitura. La regione con i risultati migliori è la Toscana, ma risultati positivi si registrano anche in Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna. Dal punto di vista settoriale sono buone le performance dell'abbigliamento e della filiera pelle, mentre resta negativa la situazione del tessile, così come, in generale quella dei prodotti di fascia economica. Buone notizie anche dall'export.

Per il tessile - abbigliamento, su un giro d'affari pari a 52,9 miliardi di euro, si registra poi una sensibile crescita delle esportazioni (+3,7%), grazie soprattutto a un incremento dei flussi verso i mercati extra - Ue (+5% circa) Anche dal fronte accessori moda - persona (calzature, pelletteria, occhialeria, bigiotteria e gioielleria) pervengono segnali positivi visto che nell'ultimo trimestre del 2006 le esportazioni del comparto sono cresciute con un ritmo quasi doppio (20,2%) rispetto al resto dell'economia nazionale (13,5%).

Nell'intero 2006 le esportazioni dei settori pelletteria, calzature, occhialeria e gioielleria hanno raggiunto i 16,6 miliardi di euro, una cifra pari al 5,1% del totale italiano. Di questi dati hanno discusso ieri a Prato Luigi Rossi e Antonio Franceschini, rispettivamente presidente e responsabile nazionale di Cna Federmoda, insieme a Andrea Lulli della commissione attività produttive della camera. Presenti, tra gli altri, anche Anselmo Potenza, (presidente della Cna di Prato) e Luca Rinfreschi, (Unioncamere Toscana).

'E' necessario che la politica industriale italiana e le istituzioni si impegnino a fondo per mantenere una solida base manifatturiera in Italia e in Europa' ha spiegato Luigi Rossi 'occorre potenziare la competitività del settore, tutelare il rispetto delle regole e la reciprocità di trattamento, visto che il contributo del comparto manifatturiero al Pil nazionale, sia sottoforma di reddito che di occupazione, risulta in Italia il più elevato in Europa insieme alla Germania'.

Per centrare questi obiettivi l'associazione ha stilato una sorta di lista dei desiderata da sottoporre quanto prima al governo. In cima alle priorità la strutturazione dei decreti attuativi per i Consorzi del Made in Italy; un sistema fiscale premiante per le aziende che partecipano a iniziative di commercializzazioni e promozione come i Consorzi e la destinazione di almeno il 20% dei fondi previsti dalla Finanziaria per l'innovazione tecnologica alle pmi e, in particolare, il 10% alle imprese del tessile moda. E ancora: un sostegno alle pmi per contenere i costi legati agli interessi finanziari dati dall'anticipazione delle fatture inerenti l'attività di vendita di prodotti o per la fornitura di lavorazioni in contoterzi; la creazione di una task force di sperimentazione per le pmi con lo scopo di individuare criteri ad hoc per l'information technology, l'informatica, l'automazione dei magazzini e gli investimenti di logistica. Chiesto anche l'utilizzo dei Consorzi delle associazioni di categoria per la garanzia del Made in Italy.       -          
 
Data Pubblicazione sul portale: 24 Maggio 2007
Fonte: CNA
Aree Tematiche: Sistema Puglia
Redazione: Redazione Sistema Puglia
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