Corriere della Sera - Il 2010 sarà l'anno del "solare alla pugliese"

Immagine associata al documento: Corriere della Sera - Il 2010 sarà l'anno del "solare alla pugliese" Gli imprenditori della «green economy» sono tutti d' accordo: il 2010 sarà l' anno del «solare alla pugliese». Ma attenzione agli speculatori e agli improvvisatori.
«Non conosco un operatore che non lavori in quella regione», racconta Pietro Pacchione, 33 anni, ingegnere meccanico, direttore generale di Green Utility, una società nata a Roma nel 2007 su iniziativa di tre giovani professionisti che, come tanti altri, stanno realizzando un progetto ambizioso: diventare produttori di energia da fonti rinnovabili.
Il terreno d'elezione è il solare, impianti costruiti con pannelli fotovoltaici e utilizzati non per i consumi energetici di famiglie e imprese, ma solo e soltanto per produrre e cedere elettricità alla rete pubblica. Con un contratto blindato per 20 anni, sottoscritto dal Gse, il Gestore dei servizi energetici, la società controllata dal ministero dell' Economia che garantisce il pagamento di un prezzo fisso, 0,40 centesimi in media, per ogni kilowattora immesso nella rete elettrica italiana (è il meccanismo del conto energia introdotto nel 2003).

Nei giorni scorsi il ministero dello Sviluppo economico ha segnalato che nel 2009 la potenza installata del fotovoltaico è aumentata del 400% (l' eolico del 35% e le biomasse del 10%). Certo, l' elettricità effettivamente ricavata dal sole (quindi non il potenziale installato) copre ancora pochi decimali (lo 0,3-0,4%) del fabbisogno nazionale. Tuttavia le cifre non bastano per raccontare la corsa delle imprese italiane verso i terreni incolti nel foggiano, nelle Murge baresi, nel Salento, mentre le altre regioni del Centro-Sud, come Sicilia, Lazio e Abruzzo crescono a un ritmo più lento.

Negli ultimi sei mesi la Puglia è passata dal terzo al primo posto in Italia per potenza installata (scavalcando la Lombardia), diventando l' epicentro della «corrente verde» grazie a una legge regionale (la numero 31 del 2008). Ecco il passaggio chiave della normativa: per installare piccoli impianti, sotto il megawatt di potenza, è sufficiente presentare la «Dia» (Dichiarazione inizio attività) ai comuni, saltando gli uffici regionali. La risposta è garantita entro trenta giorni.

L'analisi di Loredana Capone, assessore regionale allo Sviluppo economico e vice presidente della giunta pugliese: «Ad oggi non possiamo parlare di vera speculazione, anche se siamo consapevoli del rischio. Per questo abbiamo fissato regole precise. Diamo più flessibilità burocratica, consentendo che siano i Comuni a decidere il via libera di un impianto sotto il megawatt, ma nello stesso tempo chiediamo che ci siano le necessarie garanzie finanziarie per tutti i progetti. Il risultato? Dal 2007 a oggi abbiamo ricevuto 486 domande per installare complessivamente 3.825 megawatt. Ne abbiamo già archiviate 95, sospese 64. Il prossimo anno ci sarà un salto molto forte, perché nel 2009 abbiamo autorizzato 19 progetti per circa 200 megawatt. Naturalmente stiamo parlando di grandi impianti, in più vanno conteggiati quelli "piccoli" autorizzati dai Comuni. Inoltre abbiamo varato un piano da 200 milioni per finanziare installazione di tetti solari e interventi di risparmio energetico sugli edifici pubblici».

Articolo tratto dal Corriere della Sera - Focus Economia verde di Mercoledì 20 gennaio 2010       -          
 
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Data Pubblicazione sul portale: 21 Gennaio 2010
Fonte: Corriere della Sera
Aree Tematiche: Sistema Puglia, Rassegna Stampa, Politiche per lo Sviluppo, Energia
Redazione: Redazione Sistema Puglia
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