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Ice: presentato il "World Investment Report 2009" dell'Unctad

L'Istituto nazionale per il Commercio Estero (ICE) ha ospitato per l'ottavo anno consecutivo presso la propria sede, in contemporanea mondiale (80 Paesi) e in esclusiva per l'Italia, la presentazione del "World Investment Report 2009 - Transnational Corporations Agricoltural Production and Development" dell'UNCTAD (Conferenza delle Nazioni Unite per il Commercio e lo Sviluppo).

Il "World Investment Report 2009" - presenta l'andamento dei flussi globali e regionali degli investimenti diretti esteri (IDE). Quest'anno l'approfondimento è dedicato al ruolo crescente delle società transnazionali nelle produzioni agricole.
Dopo il saluto di indirizzo di Massimo Mamberti, Direttore Generale dell'ICE, Kalman Kalotay, della Divisione per la Cooperazione Economica tra Paesi in Via di Sviluppo dell'UNCTAD, ha illustrato i contenuti del Rapporto 2009. Sono quindi intervenuti Roberto Spingardi, Presidente di Italia Turismo SpA, Davide Castellani, Professore associato di Economia Applicata dell'Università di Perugia ed infine Paolo Mascarino, Presidente e Amministratore Delegato di Imsofer Gruppo Ferrero SpA.
Nel 2008, gli Stati Uniti si sono confermati il primo Paese di destinazione degli investimenti, seguiti da Francia, Cina, Regno Unito e Russia. La Cina in particolare si è affermata come terzo Paese di destinazione di IDE a livello mondiale (dopo USA e Francia). Anche per gli IDE in uscita è da segnalare il dato della Cina, passata dal diciannovesimo al tredicesimo posto tra i maggiori investitori. Lo scorso anno si è inoltre osservata una crescita record dei flussi in entrata in Africa (+27%), in particolare verso Ghana e Guinea. Cresce inoltre l'importanza della Cina come investitore nel continente. In crescita anche i flussi in entrata verso l'America del sud (soprattutto Brasile), mentre diminuiscono quelli verso l'America centrale e verso l'area caraibica. Gli investimenti in uscita dall'America del sud sono più che raddoppiati, sempre grazie all'apporto brasiliano. Sono invece crollati (-46%) gli IDE in entrata in Europa sud-orientale e CSI, interrompendo un trend di crescita in atto da otto anni. In Medio Oriente si registra una caduta dei flussi in entrata legata alla diminuzione del prezzo delle materie prime. Per quanto concerne i Paesi avanzati, il calo dei flussi verso Regno Unito, Francia, Olanda e Belgio ha contribuito alla diminuzione complessiva dei flussi diretti all'Unione europea. Gli Stati Uniti, in totale controtendenza rispetto alle altre economie avanzate, hanno fatto registrare un aumento degli IDE in entrata, con investimenti provenienti soprattutto dall'Europa. Per gli IDE in uscita la diminuzione è stata marcata (-16,7 %), ma meno intensa rispetto agli IDE in entrata. In Italia, gli IDE in entrata sono stati nel 2008 pari a 17 miliardi di dollari, registrando un calo di oltre il 57% rispetto all'anno precedente. Anche i flussi in uscita hanno subito un forte rallentamento, passando da un valore di 90 miliardi di dollari a 44 miliardi, con un calo del 52%.
Il Rapporto dà inoltre un giudizio positivo del ruolo delle multinazionali nel processo di modernizzazione della produzione agricola nei PVS, non ignorando tuttavia i possibili effetti negativi per i produttori di questi Paesi in termini di incremento della disoccupazione nel settore, o di un'eccessiva dipendenza degli agricoltori dagli ordinativi delle multinazionali. Per favorire il contributo degli IDE allo sviluppo rurale sostenibile è necessario che i governi locali strutturino un sistema legale e di norme contrattuali trasparenti, per stabilire regole certe sui vari aspetti degli investimenti delle multinazionali, dai trasferimenti di tecnologia e R&D, al benessere delle comunità agricole locali, alla distribuzione dei raccolti e dei redditi, allo sviluppo di infrastrutture (porti, sistema di trasporti), alla protezione ambientale.