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Un'Europa ambiziosa per i propri lavoratori e imprenditori

Oggi, mercoledì 25 febbraio, il Collegio dei Commissari Europei incontra i rappresentanti delle parti sociali europee per fare il punto su ciò che occorre fare per rispondere nel miglior modo alla crisi economica che imperversa. È giunto il momento di agire, azione contro il protezionismo che riappare, azione a favore di un'Europa ambiziosa per i lavoratori, i dirigenti aziendali e i prestatari di servizi pubblici, e, in breve, occorre un'Europa che lotta e all'altezza della situazione: è ciò che chiederanno i rappresentanti delle parti sociali europee ai membri della Commissione europea.
La Commissione deve essere al centro dell'azione per portare una risposta più forte e coordinata sulle diverse politiche - economiche, industriali, ambientali, sociali -, questo per evitare risposte non razionali, sottolineerà, ancora una volta, il segretario generale della Confederazione europea dei sindacati [CES], John Monks. Deluso dal piano di rilancio della Commissione europea perché non cita né i problemi che incontrano i lavoratori distaccati, né i diritti fondamentali dei lavoratori, John Monks dovrebbe insistere presso i commissari affinché la Commissione presentasse un secondo piano di rilancio, più ambizioso del primo, del 2% del PIL, che includa progetti finanziati da emissioni obbligazionarie europee e sostenute dalle banche centrali nazionali. Per l'ennesima volta, John Monks avvertirà contro "il capitalismo da casinò", causa della crisi attuale, e aspetta dall'Europa una risposta forte. Stimolare la domanda e il potere d'acquisto nel quadro di un nuovo "deal sociale" per i lavoratori, organizzare nuove norme riguardanti la mobilità della manodopera, sono tutte domande all'UE già evocate da John Monks, fra le quali si ricorderà l'auspicio della creazione di un nuovo protocollo di progresso sociale nei trattati europei e la revisione della direttiva sul distaccamento dei lavoratori.
Come il suo omologo di Businesseurope Ernest-Antoine Seillière, il presidente dell'Unione europea dell'artigianato e delle piccole e medie imprese [UEAPMI], Georg Toifl, dovrebbe richiamare l'attenzione sui pericoli di una recrudescenza del protezionismo e invitare l'Europa a non sprofondare in questo tipo di riflessi. Goerg Toifl spiegherà ancora che i principali motivi di preoccupazione per la sua organizzazione sono innanzitutto l'accesso delle PMI alle finanze, accesso che deve essere garantito, e in seguito il fatto che le PMI non sono contemplate dai piani di rilancio appena si tratta di questioni d'occupazione. Toifl insisterà altresì sulla necessità di agire contro gli oneri burocratici, sulla necessità di "think small first", uno slogan che deve diventare un principio di base della politica europea dell'impresa, e quindi anche sull'importanza di ottenere risultati tangibili cari ai dirigenti aziendali.
Il presidente recentemente eletto del CEEP [European Centre of Employers and Enterprises providing public services], Carl Cedershiöld, ricorderà i compiti del CEEP oggi; questi consistono nel far fronte alla crisi economica pur preservando l'accessibilità, l'alta qualità, i mezzi e la continuità dei servizi d'interesse generale. Per Carl Cedershiöld, le misure di rilancio dovrebbero essere meglio centrate sugli investimenti nelle infrastrutture, i trasporti, l'energia, le industrie in rete, l'istruzione, le cure sanitarie, i servizi sociali. E, in questo contesto, il nuovo presidente perorerà il rilancio del concetto di Fondo europeo per l'infrastruttura. Dovrebbe infine ricordare che i mercati sono costituiti da due tipi di capitali: il denaro da un lato, e la fiducia dei cittadini e dei consumatori, dall'altro.