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Newsletter Sistema Puglia Num. 61 di Ottobre 2008

Crisi dei mercati. Dal CNR, cause e consigli

 L'attuale crisi dei mercati appare dovuta alla miscela tra una politica monetaria molto permissiva (a partire dall'economia americana) e le politiche regolatorie statali. Si è prestato denaro in eccesso, si è alzato oltre il limite il livello indebitamento e tutto questo, insieme a margini di solvibilità insufficienti e a una visione a breve del 'mark to market', ha generato una crisi lasciata a se stessa, non regolamentata, ormai esplosa a livello globale.
Ma quali sono state le cause che hanno portato al crollo delle borse mondiali? Tutto parte dalla decisione della FED di abbassare i tassi di interesse per stimolare l'economia dopo che l'attacco alle Twin Towers minacciava di soffocare l'economia americana. Tra il 2002 ed il 2004, i nuovi tassi di interesse rendono più convenienti i prestiti e consentono di accendere un mutuo anche con pochissime garanzie (con i famosi 'subprime'). Le famiglie si indebitano, con situazioni finanziarie sempre più precarie. Nel 2005-2006 si verificano i primi casi di mutui 'a rischio' non rimborsati: si svuotano le casse di quelle banche disinvolte nel prestare e la paura spinge anche le più caute a non concedere denaro nemmeno a chi presenta ottime garanzie.
E' nel 2007-2008 che scoppia la crisi dei 'subprime': si chiudono i rubinetti del credito e la situazione di chi deve restituire i soldi peggiora. La crisi travolge i big della finanza che avevano investito in 'subprime', come la banca Bear Stearns. Da allora i fallimenti si sono trasmessi a catena (Freddie Mac, Fannie Mae, Lehman Brothers, Merrill Lynch vengono salvate con provvedimenti pubblici) e oggi è panico sui mercati mondiali: tutti intendono disfarsi dei titoli, facendone precipitare il valore.
Il piano anti crisi varato dall'Ue riaccende la fiducia degli investitori sui listini europei, reduci dalla loro crisi più nera.
I suggerimenti appaiono, allora, doverosi: non è il caso di vendere adesso eventuali azioni in portafoglio. Se proprio bisogna investire, è meglio mantenere una grossa fetta del patrimonio in liquidità e puntare sul mercato azionario con estrema cautela. La crisi finanziaria non appare ancora giunta al capolinea e un segnale di distensione lo si avrà non appena sul mercato interbancario tornerà il sereno: vorrà allora dire che la fiducia sul sistema del credito sarà tornata.
Incertezza (dei mercati) e pericolo (di perdere i propri risparmi-investimenti) non devono tramutarsi in uno scellerato panico 'globalizzato' ma consapevolmente gestiti e controllati, al fine di alimentare la fiducia dei risparmiatori che riprendono a investire. Cosa che, fortunatamente, già si sta verificando.
Il ruolo del 'risk management' nella società, pertanto, è di aiutare le economie moderne a convivere con l'incertezza in modo produttivo e prudente. Di qui la recente enucleazione di una nuova scienza: la 'chindinica' (dal greco 'kindunos', pericolo), la scienza del pericolo che intende spiegare il comportamento umano di fronte alle situazioni di pericolo attraverso l'emergere di un certo numero di regolarità, che sembrano apparire là dove il pericolo si manifesta, proponendosi di conoscere, comprendere e rappresentare i differenti aspetti del pericolo.

Antonio Coviello

Per saperne di più:
Istituto di ricerche sulle attività terziarie del Cnr, Napoli
Tel. 081/2470964
e-mail: a.coviello@irat.cnr.it           
Sito di riferimento: www.almanacco.rm.cnr.it
Pubblicato nella pagina: Sistema Puglia - home

Data Pubblicazione sul portale: 16 Ottobre 2008
Fonte: Consiglio Nazionale delle ricerche
Aree Tematiche: Sistema Puglia
Redazione: Redazione Sistema Puglia
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