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Newsletter Sistema Puglia Num. 57 di Settembre 2008

Le borse confezionate dalle detenute di Lecce alla Fiera del Levante

 Sempre più belle, sempre più colorate. Sono le borse "made in carcere" confezionate dalle detenute di Lecce. Ci sono quelle per la spesa, le shopper bag, e le borsette eleganti della linea fashion. Comode e pratiche le prime, eleganti e particolarissime le seconde. Tra le une e le altre domina il colore: un tripudio di tinte vivaci che abbinano i toni dell'arancio a quelli del verde, i fucsia ai blu, i marroni ai gialli. Le creazioni col marchio "Made in Carcere" sono state presentate dalla Regione Puglia, oggi pomeriggio nel padiglione dell'Agricoltura alla Fiera del Levante.

Un vero e proprio lancio promozionale, fatto dall'assessore alla Solidarietà sociale Elena Gentile accompagnata e supportata dal Vice Presidente e Assessore allo Sviluppo economico Sandro Frisullo, per mostrare al grande pubblico oggetti davvero preziosi per la fattura ma soprattutto per la storia che raccontano.

Ne prende una, dai toni dorati, Elena Gentile: "Questa borsa - dice - è la bandiera della nostra Puglia: racchiude i valori di rispetto dell'ambiente, valorizzazione della creatività, promozione sociale. È il simbolo della Puglia che non vuole lasciare indietro nessuno". "Abbiamo scelto queste borse - le fa eco Sandro Frisullo - come una sorta di marchio per tutti gli eventi di internazionalizzazione. Questo è un pezzo della Puglia che vuole fare e che riesce a creare oggetti unici". Una storia veramente particolare quella delle borse Made in Carcere. È nata dall'idea di una signora, Luciana Delle Donne, amministratore unico dell'Officina Creativa, che ha creato all'interno del carcere di Lecce il laboratorio dove si confezionano le borse. Sono dodici le detenute che vi lavorano. Sei ore al giorno e contratto a tempo indeterminato. I materiali sono tutti riciclati, avanzi di jeans, vestiti, costumi da bagno. Luciana racconta: "Ripuliamo le sartorie da tutti gli scarti e poi tagliamo i tessuti e li riutilizziamo. Le detenute sono le nostre stiliste: creano i modelli e accostano i colori. Insomma, decidono. Esattamente il contrario di ciò che succede in carcere". Il resto della storia è un percorso in salita, perché durante le ore di lavoro, racconta Luciana, "le detenute si ricaricano, acquistano la dignità e la consapevolezza che si può cambiare, è il loro modo per ripensare il futuro". Il lavoro nel laboratorio interrompe la monotonia della detenzione, dà alle donne la possibilità di sentire un po' di musica, di bere acqua frizzante e ogni tanto togliersi qualche piccolo desiderio, come mangiare i panzerotti. Ma le borse hanno anche un futuro economico. Magda Terrevoli, presidente della Commissione Pari Opportunità della Regione Puglia, annuncia: "I negozi che esporranno queste borse, riceveranno una sorta di bollino rosa, un timbro con la dicitura 'diversamente utili'". Sandro Frisullo è pronto ad avviare accordi con la grande distribuzione per la vendita delle shopper bag che sostituiscono i meno ecologici sacchetti di plastica. Quanto ai laboratori, Luciana sta per aprirne altri due: quello maschile, sempre a Lecce e un altro, femminile, nel carcere di Trani.           
 
Pubblicato nella pagina: Sistema Puglia - home

Data Pubblicazione sul portale: 17 Settembre 2008
Fonte: Area Politiche per lo Sviluppo Economico, il Lavoro e l'Innovazione
Aree Tematiche: Sistema Puglia, Politiche per lo Sviluppo
Redazione: Redazione Sistema Puglia
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