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Fiera del Levante - Caporalato: le misure per sconfiggerlo in un convegno a cura di Coldiretti

Di Gioia e Capone: "Contro chi sfrutta, qualità e semplificazione"
Caporalato, lavoro nero, concorrenza sleale tra le imprese. Su questi temi bisogna intervenire per assicurare la legalità nel comparto agricolo regionale. Le possibili misure di intervento sono state illustrate in un convegno dal titolo "Agricoltura: legalità ed etica nel mercato del lavoro. Il progetto di Coldiretti per le imprese e i lavoratori", organizzato da Coldiretti alla fiera del Levante.
L'agricoltura pugliese sta generando notevole occupazione perché è capace di offrire prospettive di lavoro sia a chi vuole investire in idee innovative sia a chi vuole trovare un'occupazione temporanea. Secondo un'analisi di Coldiretti illustrata nel corso dei lavori, il sistema agricolo del Mezzogiorno fa segnare il maggior tasso di crescita nelle assunzioni nel 2015 con un aumento record dell'11% dei lavoratori dipendenti. Il dato sale addirittura al 31% se si considerano le sole donne. Lo studio se da un lato mostra un trend più che positivo grazie all'aumento delle lavoratrici nei campi, dall'altro evidenzia l'urgenza di azioni di tutela per lavoratori e imprese. La proposta di Coldiretti punta in particolare ad introdurre norme che precludano almeno per cinque anni l'erogazione di finanziamenti regionali del Psr (Piano di sviluppo rurale) e comunitari della Pac (Politica agricola comune) alle aziende che abbiano attuato forme di concorrenza sleale attraverso il caporalato e lo sfruttamento del lavoro nero. Azione, questa, da applicare non solo al datore di lavoro ma anche ai terreni per evitare fittizi cambi di intestazione.
"Quello della legalità è un argomento delicato e scomodo - ha detto l'assessore regionale all'Agricoltura Leo Di Gioia - ed apprezzo l'impegno di Coldiretti che da sempre, con l'entusiasmo che la contraddistingue, resta ancorata alla propria storia e al territorio. Era fondamentale fissare un punto di vista su cui lavorare, la politica ha bisogno di questo. Ed anche se non tutte le proposte di oggi saranno realizzate era necessario chiamare in causa la Regione sul tema del caporalato, che inevitabilmente coinvolge il ministero della Giustizia, l'Inps e le Asl. Sarà necessario lavorare tutti insieme per giungere nel minor tempo possibile ad una soluzione. Il reclutamento della manodopera deve essere semplificato dalle procedure. Condanniamo chi sfrutta, chi media e chi intermedia ma la legislazione deve essere necessariamente più semplice".
Un altro strumento che può assicurare la legalità è la "Rete del lavoro agricolo di qualità", un archivio che misuri e attesti il livello di legalità di un'impresa.
"Non possiamo più parlare di agricoltura, agroalimentare, agroindustria, enogastronomia, come ne parlavamo un tempo - ha spiegato Loredana Capone, assessore regionale allo Sviluppo economico. Dobbiamo innovare il nostro approccio per diventare più forti. E questo vale anche per la lotta al caporalato, terribile fenomeno criminale che ancora non si riesce a debellare. Credo che per sconfiggerlo sia indispensabile rendere più forti gli imprenditori agricoli attraverso la formazione, il miglioramento della qualità dei prodotti e dell'organizzazione aziendale. Così si rafforza il legame con i lavoratori e la competitività nel mercato globale. Se riusciamo a conquistare questi punti di forza renderemo inutile la presenza dei caporali".
L'applicazione del Registro unico dei controlli, inoltre - che entrerà in vigore dal primo gennaio del prossimo anno - semplificherà la vita delle imprese con un'attenzione particolare verso chi sfrutta il lavoro.

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