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Newsletter Sistema Puglia Num. 25 di Gennaio 2008

Rinnovato il contratto nazionale tessile - abbigliamento e calzature per le imprese artigiane

 Rinnovato il contratto nazionale di lavoro per i dipendenti delle imprese artigiane del sistema moda italiano, primo tra quelli di comparto siglato dopo circa sette anni di attesa. «Si tratta di un accordo che mette in particolare rilievo il ruolo dell'apprendistato all'interno del mondo dell'artigianato riconoscendo la capacità formativa interna dell'azienda», commenta Luigi Rossi, presidente di CNA Federmoda.

Secondo l'associazione nel nuovo contratto si evidenzia, infatti, come l'apprendistato nell'artigianato abbia tradizionalmente rappresentato «uno strumento unico e speciale di trasmissione delle competenze, di elevato valore sociale, oltre a costituire un mezzo di rilevanza strategica per garantire buona e stabile occupazione, confermando il meccanismo di percentualizzazione della retribuzione».

Sul fonte normativo, in particolare, a partire dal dicembre prossimo, alle lavoratrici del settore sarà integrato fino al 100% il salario relativo al periodo di astensione obbligatoria dal lavoro per maternità. Mentre dal punto di vista economico i salari verranno incrementati di 100 euro a regime sul terzo livello e verrà corrisposta una una-tantum di 400 euro.

«Si darà corso a una particolare attività bilaterale di settore che opererà all'interno della bilateralità orizzontale nazionale dell'artigianato (Ebna, Ente bilaterale nazionale dell'artigianato)», aggiunge Rossi, «in considerazione delle specificità dei settori operanti nel comparto moda e del momento di profonda trasformazione, determinato anche dalla necessità di rilancio sia sul mercato nazionale sia su quello internazionale».

Il contratto, ancora, prevede la costituzione di un osservatorio quale strumento di innovazione e qualificazione delle relazioni industriali. «In particolare spiega Rossi, «questi due ultimi strumenti vanno nella direzione di realizzare una costante azione di studio e analisi del settore dedicando particolare attenzione alla realtà manifatturiera che tanta importanza riveste nel contesto economico e sociale del sistema moda italiano». La moda italiana, intanto, continua le sue battaglie per rimanere sulla breccia, facendo i conti con la spietata concorrenza delle produzioni asiatiche e la piccola dimensione aziendale nostrana. «L'obiettivo di medio periodo», chiarisce Antonio Franceschini, responsabile di CNA Federmoda, «è quello di rilanciare interventi di politiche industriali a sostegno del comparto moda Italia, un pezzo fondamentale del made in Italy nel mondo». Per raggiungere lo scopo il mondo delle piccole imprese, a cominciare da CNA Federmoda, punta alla differenziazione dei suoi prodotti sul mercato, evidenziandone la provenienza e la lavorazione. «Si tratta della cosiddetta tracciabilità», continua il responsabile di CNA Federmoda, «un concetto al centro del progetto Itf, Itali textyle fashion, il quale permetterà di dotare le imprese che producono interamente in Italia di una certificazione rilasciata da Unioncamere».

Certificazione, questa, che ribadisce il concetto dell'etichettatura «made in» da tempo richiesta dalle imprese del sistema moda per sconfiggere la concorrenza asiatica e l'invadenza di questi prodotti, a prezzi stracciati e bassa qualità, sul mercato italiano ed europeo. «Il nostro cavallo di battaglia», conclude Rossi, «resta quello della qualità, sia dei tessuti sia del design o delle rifiniture, un valore aggiunto che va evidenziato con un'etichettatura confacente e in grado di consentire ai consumatori di distinguere i nostri prodotti dagli altri».           
 
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Data Pubblicazione sul portale: 15 Gennaio 2008
Fonte: CNA
Aree Tematiche: Sistema Puglia
Redazione: Redazione Sistema Puglia
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