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Newsletter Sistema Puglia Num. 265 di Novembre 2012

Cnel: 'Il ruolo degli immigrati nel mercato del lavoro italiano'

Immagine associata al documento: Nei prossimi dieci anni il numero degli immigrati nel nostro Paese continuerà ad aumentare. Lo prevede una ricerca di Cnel e ministero del Lavoro su 'Il ruolo degli immigrati nel mercato del lavoro italiano'. Ricerca che inoltre sottolinea come non ci sarà effetto 'concorrenza' in termini di perdita del posto del lavoro, perché gli immigrati troveranno soprattutto posti meno qualificati dove supereranno, nel 2020, il 50% degli addetti.

Nel 2020 i lavoratori immigrati aumenteranno del 45% rispetto al 2010 con circa 900 mila occupati in più, mentre l'occupazione italiana resterà costante.

Il Cnel non rileva, inoltre, un effetto negativo significativo di un'alta presenza di immigrati sulle retribuzioni, mentre c'è un ''qualche effetto, ma non rilevante dal punto di vista qualitativo'' sulla probabilità di trovare un nuovo lavoro per i disoccupati italiani.

''Se non c'è un'aspra concorrenza nel lavoro e gli immigrati, anche con titoli di studio elevati, fanno lavori che gli italiani non cercano vuol dire anche che l'integrazione è incompleta'', ha detto il presidente del Cnel, Antonio Marzano, registrando il permanere di una ''segregazione'' degli stranieri.
''La situazione migliora con il permanere degli immigrati in Italia e soprattutto per le seconde generazioni'', ha aggiunto. ''Per che è nato in Italia, è cresciuto e ha studiato qui credo che negare la cittadinanza sia una forzatura e non aiuta l'integrazione''.

Il figlio di immigrati che nasce nel nostro Paese deve essere riconosciuto italiano. Lo sostiene anche il presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, nel corso del suo intervento al convegno sul tema "L'Europa dell'integrazione: modelli a confronto".

"È incomprensibile e inaccettabile non ritenere 'cittadino italiano' chi nasce nel nostro Paese da genitori che oltretutto qui hanno scelto di vivere. Per questo ritengo che vada assolutamente modificata la legge sulla cittadinanza".
Aggiunge Marini: "penso soprattutto ai giovani, i tanti nati in Italia, ai quali viene negata la cittadinanza. Dico ciò in quanto l'Umbria, la nostra regione, è terra in cui con fatica e responsabilità abbiamo costruito un progetto che va oltre la semplice convivenza, che punta alla integrazione completa di quanti per varie ragioni dall'Europa e da Paesi extraeuropei, sono venuti a vivere nel nostro Paese".

Dall'ultimo rapporto dell'Istat l'Umbria risulta essere la terza regione in Italia per il suo indice di integrazione, mentre è la prima delle regioni nel rapporto tra studenti stranieri nati in Umbria e studenti italiani. "Questi dati - ha detto Marini - ci dicono che questa terra, con fatica ma anche con un impegno di tutti i livelli istituzionali, ha cercato, anche in momenti difficilissimi, di resistere e non rinunciare all'affermazione concreta di valori sociali, fondamentali per una vera cultura dell'accoglienza e dell'integrazione.

Scarica la Ricerca Cnel    [Scarica  .pdf  - 1.1 Mb]      
Sito di riferimento: http://www.cnel.it/home
Pubblicato nella pagina: Politiche e mercato del Lavoro

Data Pubblicazione sul portale: 20 Novembre 2012
Fonte: Regioni.it - Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome
Aree Tematiche: Sistema Puglia, Politiche e Mercato del Lavoro
Redazione: Redazione Sistema Puglia
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