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Newsletter Sistema Puglia Num. 143 di Giugno 2010

Regioni: la manovra va cambiata

Immagine associata al documento: Le Regioni ribadiscono la disponibilità a concorrere al risanamento dei conti pubblici come finora sempre accaduto evidenziando che tale responsabilità deve essere collocata in un equilibrio dello sforzo fra i singoli comparti della Pubblica Amministrazione. Oggi così non è: per questo la manovra è irricevibile e le Regioni chiedono di cambiarla.

Le Regioni sottolineano che la manovra è stata costruita dal Governo senza condivisione né sulle misure né sull'entità del taglio, riproponendo una situazione di assenza di coinvolgimento diretto nella definizione della manovra pur dopo l'approvazione delle leggi di contabilità e finanza pubblica (L.196/2009) e di attuazione dell'art.119 della Cost. (L.42/2009) che hanno provveduto a declinare in legge un percorso preciso di condivisione con le Autonomie territoriali delle manovre di finanza pubblica.1 Sostanzialmente si riducono i margini della riforma del federalismo fiscale sia nel percorso istituzionale previsto sia nei fatti con tagli lineari senza nessun concetto di premialità per i comportamenti virtuosi. E questo è un problema gravissimo perché la Conferenza delle Regioni ritiene che occorre dare piena attuazione al Federalismo fiscale come previsto dalla legge 42 del 2009, in tutte le sue parti.

La manovra finanziaria è stata presentata con decreto legge senza l'approvazione della Decisione di finanza pubblica, né la condivisione con la Conferenza permanente per la finanza pubblica (Conferenza Unificata) delle linee guida per la ripartizione fra le amministrazioni degli obiettivi di bilancio: indebitamento netto, saldo di cassa, debito delle Pubbliche amministrazioni, entità del Patto di stabilità che è previsto essere diverso per ogni singolo ente in ragione della categoria di appartenenza (art.8 L.196/2009) e in coerenza con il contenuto del Patto di Convergenza (art.18 L.42/2009).

Nel merito la manovra preclude l'esercizio di molte delle funzioni di competenza regionaledi assoluta sensibilità sociale ed economica, nonché qualsiasi azione anticiclica e disviluppo del proprio territorio, inibendo tutte le politiche d'investimento.

A questi fini, la disposizione finanziaria varata dal Governo pone, innanzitutto, un grande interrogativo su una possibile ulteriore aggressione all'ammontare dei fondi FAS destinati alle Regioni.
L'art. 1, prevedendo il definanziamento delle autorizzazioni di spesa non impegnate per gli anni 2007-2009 e l'art. 2, provvedendo al taglio del 10% a decorrere dal 2011, non escludendo espressamente in entrambi i casi il FAS da tali misure, compromettono pesantemente l'intero impianto programmatorio previsto dal QSN 2007-2013 approvato con decisione della Commissione Europea.

Ciò avviene in una fase di preoccupante deterioramento nei rapporti tra il Governo e le Regioni sull'intera vicenda FAS. Si sottolinea infatti che solo 10 PAR hanno avuto la presa d'atto del CIPE, mentre ulteriori 10 attendono da quasi un anno di essere iscritti all'ordine del giorno dello stesso. Va detto che alla delibera CIPE non è seguito alcun trasferimento di risorse per le Regioni che ne avevano comunque maturato il diritto.

Per ulteriori informazioni e per scaricare gli allegati collegati al sito Web Regioni.it           
Sito di riferimento: http://www.regioni.it/newsletter/newsletter.asp?newsletter_data=2010-06-15&newsletter_numero=1598#art1
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Data Pubblicazione sul portale: 16 Giugno 2010
Fonte: Regioni.it - Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome
Aree Tematiche: Sistema Puglia
Redazione: Redazione Sistema Puglia
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