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PE a favore dell'esenzione delle micro imprese dall'obbligo di presentare conti annuali

Approvando quasi all'unanimità il progetto di relazione di Klaus-Heiner Lehne (PPE, tedesco), la commissione per gli affari giuridici del Parlamento europeo riprende a suo conto la proposta controversa della Commissione europea che autorizza gli Stati membri ad esentare le microimprese dalla quarta direttiva contabile.
I paesi dell'UE potrebbero escludere dalle norme europee le microimprese che rispettano almeno due dei tre criteri suggeriti dalla Commissione: fatturato inferiore ad un milione di euro; totale del bilancio inferiore a 500.000 euro; numero medio di dipendenti per l'anno fiscale inferiore a dieci unità.
L'emendamento del sig. Lehne, che aggiungeva a questi criteri quello che limita i redditi transfrontalieri di una micro-entità al 10% dei redditi totali, è stato ritirato. I deputati chiedono comunque agli Stati membri di mantenere l'obbligo per le imprese interessate di conservare una traccia delle loro transazioni commerciali e della loro situazione finanziaria. E di tener conto della situazione che prevale a livello nazionale che riguarda il numero di imprese coperte da queste soglie. Questa relazione potrebbe essere presentata al voto della seduta plenaria di febbraio.
L'organizzazione European Small Business Alliance (ESBA) si è immediatamente rallegrata per il voto della commissione parlamentare. Questo voto dimostra "la buona disposizione dei deputati verso le piccole imprese" anche se si tratta soltanto "di una prima tappa nella direzione giusta", dichiara la presidentessa, Tina Sommer, in un comunicato. Questa proposta è al contrario "il migliore esempio della BAD regulation", afferma Luc Hendrickx dell'UEAPME.
Le PMI stesse, oltre alle entità tedesche, chiedono di non essere esentate perché hanno bisogno delle informazioni considerate ed è falso dire che le microimprese non dovranno avere più contabilità se il loro Stato membro ricorre all'opzione proposta, aggiunge. La battaglia non è finita, poiché le commissioni parlamentari per gli affari economici e giuridici si oppongono in quest'affare e il dossier è bloccato al Consiglio.