Il Sole 24 Ore - Bussole hi-tech e pannolini, la ricerca che premia le idee

Immagine associata al documento: Il Sole 24 Ore - Bussole hi-tech e pannolini, la ricerca che premia le idee Lo strumento può cambiare ma l'obiettivo è lo stesso: sostenere le idee che sono alla base di ogni innovazione. Lo sanno bene Esterina Marino, Antonio e Daniela Montanaro, giovani salentini rispettivamente di 32,33 e 29 anni, che due anni fa hanno trasformato la loro idea in un progetto e lo hanno presentato al bando regionale "principi attivi". Ebbene, l'idea è piaciuta e grazie al finanziamento di 25mila euro a fondo perduto da febbraio 2010 quell'idea è diventata una società a responsabilità limitata, con tre soci. "Io e Antonio - spiega Esterine - abbiamo avuto una bambina e ci siamo accorti che in Italia trovare pannolini lavabili era molto difficile. Così abbiamo pensato di produrli. Nel 2009 è arrivato il finanziamento regionale e da lì è nata Mammaflò": L'incentivo ha coperto circa la metà delle spese sostenute dai nuovi imprenditori per macchinari, spese di gestione, bollette, acquisto dei materiali. Comprare le macchine, si è lavorato alla ricerca dei tessuti: alcuni trovati in Italia, altri solo all'estero. Insomma, tra i test e la messa a punto del prototipo sono passati circa 8 mesi. "Complici" della fase sperimentale, familiari e asili nido che hanno provato sul campo i nuovi prodotti.
Dall'idea a oggi sono "passati" circa 1500 pannolini. Pochi all'apparenza, abituati come siamo ai prodotti usa e getta. In questo caso, però si tratta di prodotti riutilizzabili che "sostituiscono" una quantità ben superiore di pannolini monouso. "Per i primi tre anni di un bambino - spiega Esterina - si stima che venga prodotta, solo per i pannolini, una tonnellata di rifiuti". Un'esigenza ecologica che certamente spinge la richiesta di questo prodotto. Gli acquisti? Per ora privati che ordinano dal sito (www.mammaflò.it), ma anche negozi e due comuni. Gioia del Colle, per esempio, li ha acquistati per dare un aiuto alle famiglie in difficoltà.
Un mix di passione e attente analisi di mercato è, invece, la formula vincente che ha portato due ingegneri elettronici a tentare la strada del lavoro autonomo, dopo anni di esperienza come dipendenti di multinazionali hi-tech. Alessandro Cantore e Giacomo Mangani nel giugno 2009 hanno fondato Blue Thread, una start-up che sviluppa soluzioni e prodotti basati su tecnologie di navigazione satellitare indirizzate al settore del diporto nautico. Grazie all'assistenza di Bic Lazio, la società che gestisce la rete regionale degli incubatori e promuovere la creazione e lo sviluppo d'impresa, la società ha messo a punto la bussola space compass e il telepass marino. "Siamo entrambi appassionati di mare e di navigazione - racconta Giacomo Mangani. L'idea di business ci è venuta però dopo un accurato studio del mercato che ci ha portato a rintracciare buone possibilità di successo in un segmento in cui la concorrenza non è agguerrita come in altri settori". Per partite, gli ingegneri hanno ottenuto due finanziamenti: 30mila euro dall'agenzia spaziale europea e altrettanti dalla regione Lazio, attraverso la formula del Seed&Start up capital, uno strumento di ingegneria finanziaria che facilita l'accesso al capitale di rischio presso società di venture capitalismo o fondi di investimento.[...]

Da "Il Sole 24 Ore" del 25 ottobre 2010 (pag.XIII)       -          
 
Data Pubblicazione sul portale: 25 Ottobre 2010
Fonte: Il Sole24Ore
Aree Tematiche: Sistema Puglia, Rassegna Stampa
Redazione: Redazione Sistema Puglia
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