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Ocse: Pil, tasse, disoccupazione, povertà

Immagine associata al documento: L'andamento dell'economia è ancora incerta. L'Ocse indica anche per il terzo trimestre 2014 un calo del Pil dell'Italia, che è diminuito del 0,1% rispetto ai tre mesi precedenti. A questo punto siamo in fondo alla classifica tra i membri del G20, davanti al solo Giappone (-0,5%). Rispetto allo stesso trimestre del 2013, la contrazione del Pil italiano è stata dello 0,5%.
Nell'eurozona il Pil è cresciuto dello 0,2% nel terzo trimestre rispetto al precedente, e dello 0,8% rispetto allo stesso trimestre del 2013.
Lo stesso Ocse rileva alcuni dati sulla povertà nel nostro Paese, stimando che i più poveri guadagnano dieci volte meno dei più ricchi.

Il 10% più povero della popolazione italiana riceve appena il 2,4% del totale del reddito nazionale, un decimo di quanto guadagna il 10% più ricco (24,4%). In questo Rapporto sulle diseguaglianze dell'Ocse si evidenzia quindi il divario tra i due estremi: tra il 2007 e il 2011, il 10% più povero ha perso circa il 3,9% del reddito familiare disponibile all'anno, mentre per il 10% più ricco la perdita è stata solo dello 0,8% annuo.

Sempre secondo l'Ocse il tasso di disoccupazione in Italia a ottobre è tornato a salire, di 0,3 punti percentuali al 13,2%, tra i gli under 25 è passato dal 42,7% al 43,3%.

Nella zona Euro la perdita di slancio della crescita si registra in particolare in Germania e in Italia. Mentre una dinamica di crescita stabile si prevede in Francia. Tra le altre principali economie, il superindice Ocse continua a segnalare una dinamica di crescita stabile negli Stati Uniti, Canada, Cina e Brasile, mentre timidi segnali di un cambiamento positivo nella dinamica stanno emergendo in Giappone. In Russia invece, la crescita perde provvisoriamente slancio. L'India è l'unica grande economia in cui l'Ocse indica una chiara ripresa della dinamica di crescita.

Nel contempo l'Italia nel 2013 ha registrato una pressione fiscale pari al 42,6% del Pil, in lieve calo rispetto al 42,7% del 2012, a fronte di una media Ocse passata nel frattempo 33,7% al 34,1%.
Nel 2012, l'ultimo anno per il quale sono disponibili i dati su tutti i paesi dell'area, l'Italia risultava quinta per pressione fiscale. Secondo i dati disponibili al momento per il 2013, l'Italia sarebbe scesa al sesto posto dopo Danimarca, Francia, Belgio, Finlandia e Svezia.
L'Ocse precisa quindi anche altri dati relativi al nostro sistema fiscale. L'Italia ha un tasso di Iva superiore alla media dei Paesi Ocse (al 22% contro media 19,1%), ma è anche tra i sistemi meno efficienti, secondo quest'altro studio dell'Ocse sulla tassazione dei consumi.
Ma l'indice di efficacia del sistema di raccolta (che misura il divario tra le entrate effettive legate all'Iva e quelle che sarebbero teoricamente generate da un applicazione del tasso di Iva normale alla totalità dei consumi nazionali) è fermo a 0,38, quasi 0,2 punti sotto la media, per l'effetto combinato di esenzioni e Iva agevolata da un lato, e di evasione e frode dall'altro. Di conseguenza, in Italia i proventi dell'Iva rappresentano solo il 13,8% del totale delle entrate fiscali, contro una media Ocse del 19,5%.           
 

Data Pubblicazione sul portale: 15 Dicembre 2014
Fonte: Regioni.it - Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome
Aree Tematiche: Sistema Puglia, Politiche per lo Sviluppo
Redazione: Redazione Sistema Puglia
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