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Sviluppo e ricerca. Ecco 190 milioni

Immagine associata al documento: Per «l'imprenditoria meridionale» 100 milioni; per la «competitività» altri 90

Dal prossimo 4 settembre sarà possibile presentare le domande al ministero dello Sviluppo Economico, allo scopo di accedere al regime di aiuti per promuovere la nascita di imprese al Sud.
La crisi ormai in atto da cinque anni sta colpendo soprattutto le aziende di minori dimensioni, in particolare quelle meridionali, che non riescono a uscire dalla zona d'ombra nella quale la recessione le ha costrette, anche perché il credito bancario langue e ha raggiunto tassi davvero troppo elevati. Pur se le banche, dal canto loro, si difendono, sostenendo che più di quanto fnno non è possibile ipotizzare, perché le sofferenze crescono, in particolare nelle regioni meridionali, e i crediti incagliati sono ormai davvero troppi.
Le risorse finanziarie messe a disposizione del sistema produttivo dal ministero sono rilevanti, ben 190 milioni, così suddivisi: 100 milioni reperiti dai fondi del Programma Operativo Nazionale «Sviluppo imprenditoriale locale» per il primo intervento, riservato alle imprese di tutto il Sud, in Calabria, Campania, Puglia, Sicilia, Sardegna e Basilicata. Altri 90 milioni coperti ricorrendo al finanziamento del Pon «Ricerca e competitività» riservati, però. solo alle aziende che hanno sede nelle Regioni dell'Obiettivo Convergenza, cioè Calabria, Campania. Puglia e Sicilia.
Questi soldi potranno essere utilizzati sia per aiuti in favore delle piccole imprese di nuova costituzione, sia per il sostegno di programmi di investimento effettuati da nuove imprese digitali o a contenuto altamente tecnologico.
Per entrambi gli interventi i soggetti beneficiari sono le imprese di piccola dimensione costituite da non più di 6 mesi dalla data di presentazione della domanda di agevolazione, nonché le persone fisiche che intendono costituire una nuova azienda.
Nel caso di aiuti in favore delle piccole imprese di nuova costituzione, l'agevolazione consiste in un contributo fino a un massimo di 200 mila euro, che serviranno a coprire, almeno in parte, le spese sostenute nei primi quattro anni di attività. I costi che possono essere agevolati sono quelli relativi agli interessi sui finanziamenti, dalle spese di affitto ai canoni di leasing, dalle quote di ammortamento a quelli che riguardano l'acquisto di impianti, macchinari e attrezzature tecnologiche necessarie. Oltre, ed è sicuramente l'aspetto più interessarle, a poter coprire i costi salariali relativi al nuovo personale dipendente assunto.
Il sostegno finanziario ai programmi di investimento effettuali da nuove imprese operanti nell'economia digitale o a contenuto tecnologico, è anch'esso regolato dal regime comunitario del de minimis, quindi fino a 200mila euro. Con tali risorse potranno anche in questo caso essere coperte numerose spese, che vanno da quelle per impianti, macchinari e attrezzature tecnologiche, ai componenti hardware e software, ai brevetti e alle licenze, alle certificazioni, know-how e conoscenze tecniche, purché connesse alle esigenze produttive e gestionali dell'impresa, alla progettazione, sviluppo, personalizzazione, collaudo di soluzioni informatiche e di impianti tecnologici produttivi, fino alle consulenze specialistiche tecnologiche funzionali al progetto di investimento.

Da "Mezzogiorno Economia" dell'8 luglio 2013 (pag. VII)

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