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Ecco il nuovo Cisi targato Asi l'incubatore più grande d'Europa

Immagine associata al documento: Puglia Sviluppo cede la struttura al Consorzio per lo sviluppo industriale

Con un'estensione complessiva di sei ettari, di cui più di uno di superficie coperta, il Cisi Puglia di Taranto, è il più grande incubatore di imprese pubblico. Una struttura nata nel lontano 1988 da un'intuizione del compianto Franco Ruggieri e di Raffaele Bagnardi, con i finanziamenti della legge 181 per la reindustrializzazione delle aree siderurgiche in crisi. Dopo aver dato forma per anni a nuove idee e progetti imprenditoriali, ora il Cisi è utilizzato ad un terzo della sua capacità.
A quasi 25 anni dalla sua nascita la struttura potrebbe riacquistare il ruolo di propulsore di sviluppo economico. Nuovo slancio all'attività dell'incubalore, potrebbe venire dall'acquisizione ad opera del Consorzio Asi di Taranto che lo ha rilevato da Puglia Sviluppo, società a capitale pubblico della Regione Puglia. Ieri mattina, nel salone riunioni del Cisi, al quartiere Paolo VI, la definizione dell'accordo alla presenza del vicepresidente della Regione Puglia Loredana Capone, dell'assessore regionale al Bilancio Michele Pelillo, del direttore di Puglia Sviluppo Antonio De Vito e del presidente dell'Asi Emanuele Papalia. Nutrito il parterre delle presenze del mondo amministrativo, economico e finanziario, anche se non sono mancate assenze pesanti come quella del sindaco Ippazio Stefàno, del presidente della Camera di commercio Luigi Sportelli, del presidente di Confindustria Vincenzo Cesareo. Non c'era nemmeno il presidente della Provincia Gianni Florido, impegnato in un vertice sugli impianti eolici nella terra del Primitivo, in sua rappresentanza è, però, intervenuto Vittorio Angelici.
Una cessione, ha precisato l'assessore Capone «che non è un disimpegno ma anzi un'integrazione tra competenze diverse». La mission di Puglia Sviluppo, infatti, benché contigua, è altra cosa rispetto all'attività dell'incubatore. La Regione e la sua società partecipata, accompagneranno il cammino del Cisi in maniera concreta puntando sullo "scouting", su progetti e imprese innovative e sull'incontro tra impresa e eredita In tal senso, ha annunciato il vicepresidente Capone, già la prossima settimana si svolgerà un incontro tra Cisi Taranto e Cofidi «per sostenere concretamente le idee migliori».
La politica della Regione Puglia è volta a creare le condizioni per favorire lo sviluppo attraverso iniziative e finanziamenti mirati. «Occorre abbandonare la logica della territorialità - ha spiegato l'assessore Pelillo - in favore del sostegno alle idee vincenti supportate da progettazioni solide». In questo senso Pelillo ha sollecitato un maggiore protagonismo delle espressioni territoriali per evitare che «si eroghino risorse finanziarie destinate poi a restare nel cassetto o, nella migliore delle ipotesi, negli istituti di credito». Emblematico, in tal senso, il caso di Agromed che da dieci anni ha una dote di dieci milioni di euro inutilizzata. Pelillo ha sollecitato una più forte e convinta sinergia tra Cisi e università di Taranto. «La realizzazione del Polo scientifico tecnologico - ha detto - sconta qualche ritardo ma i motori sono accesi ed occorre una saldatura di intenti tra queste importanti realtà».
Ma su cosa deve puntare il nuovo Cisi? Innanzitutto sull'innovazione tecnologica, «In Puglia - ha aggiunto la Capone - l'export è cresciuto soprattutto nei settori ad elevata tecnologia ed è su questi che bisogna scommettere». Un piccolo miracolo quello della Puglia, unica regione del Meridione in cui il Pil è leggermente avanzato, di cui Puglia Sviluppo è il braccio operativo. Nella sola area ionica, infatti, sono 232 le imprese assistite dalla società pubblica per un totale di 40 milioni di investimenti, di cui 8 a carico della Regione a cui vanno aggiunti altri 2 milioni nel settore del turismo.[...]

Da "Corriere del Giorno" del 8 gennaio 2013 (pag. IV)

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