Sistema Puglia - Il portale per lo sviluppo e la promozione del territorio e delle imprese - Regione Puglia - Area Politiche per lo Sviluppo il Lavoro e l'Innovazione

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Cerimonia inaugurale Intervento del presidente Regione Puglia, Nichi Vendola

Immagine associata al documento: 'Il silenzio del Sud e i rumori del Nord hanno accompagnato anni di scomposizione del corpo civile e sociale del Paese, lo sfibramento di un racconto condiviso, di un'ambizione comune, di una missione capace di dare all'Italia e alla sua collocazione geopolitica la cifra culturale di un grande progetto euro-mediterraneo.
Qui, come altrove nel vecchio continente, è andato in scena il copione delle piccole patrie, di un moderno tribalismo alimentato dalla paura della globalizzazione e delle sue incognite. Il sogno di Altiero Spinelli si è ridotto alla forma prosaica di una moneta oggi sotto assedio. Ma un Euro senza Europa, senza una forte soggettività politica continentale, senza istituzioni democratiche robuste, non ha potuto farsi scudo e ripararci dagli artigli degli speculatori. La fragilità politica si è presto trasformata in vulnerabilità economica. La retorica dell'Unione ha lasciato rapidamente il posto all'egoismo miope degli Stati nazionali e agli effetti regressivi delle predicazioni nazionalistiche.

In questa scena siamo collocati, qui dobbiamo svolgere la nostra parte. Certo, stenta a nascere quella "nuova stagione del dovere" evocata proprio da chi con i piedi ben piantati sulla terraferma di Puglia cercava di scrutare oltre i confini del mare, per cominciare ad elaborare una idea più evoluta delle relazioni tra i popoli e le culture. Da chi proponeva la politica come antidoto alla barbarie. Oggi viceversa troppo spesso la politica seppellisce le proprie ambizioni o cercando la scorciatoia dell'urlo populista o nella gestione elettorale dei localismi, dei corporativismi, dei conservatorismi, tanto da proporsi talvolta obiettivi illusori e assai pericolosi: non si tratta di disfare l'euro, bensì di salvare e rifondare l'Europa, di costruirla non secondo le ricette di un monetarismo asfittico, sotto dettatura di quella finanza opaca che cerca di etero-dirigere le istituzioni politiche e che sta divorando come un cannibale l'economia reale e il mercato, ma di tessere la tela culturale e istituzionale di un immenso e ricchissimo crocevia di storie di emancipazione e di libertà: l'Europa che amiamo è quella sgorgata dalle viscere di guerre e rivoluzioni, quell'idea di convivenza matura fondata sullo Stato di diritto e sulle libertà individuali, sulla solidarietà e sul culto dei diritti umani, sul Welfare e sulla civiltà del lavoro.

Noi abbiamo cercato di essere, in questo lembo di Mezzogiorno, un luogo che si percepiva e si narrava come Euro-mediterraneo, fuori da ogni tentazione di secessione nella demagogia di una periferia che gonfia il petto e maledice il diavolo del centralismo. Abbiamo cercato di ricordare all'intelligenza del Paese, spesso inquinata dai leghismi, che il Sud è più complesso e più ricco di quanto non dicano le rozze caricature o i luoghi comuni un po' razzisti che hanno fatto breccia in settori significativi della cultura dominante. Il Sud non è un tutto omogeneo, non è un ciclopico cono d'ombra che risucchia e oscura civismo e senso dello Stato, non è solo mafia e parassitismo.
Abbiamo potuto costatare quanto pernicioso sia indulgere in questi stereotipi, per poi avere l'amaro risveglio di un Nord infiltrato in lungo e in largo dai clan e dalla violenza criminale. C'è un Sud che vuole usare persino la crisi come occasione per ripensarsi e scommettere sull'innovazione, sul cambiamento necessario, sul bisogno di scrollarsi di dosso vecchie mentalità e indolenze culturali. [...]

Da "Puglialive.net" del 07 settembre 2012

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