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Ilva, ecco come l'impianto può tornare a vivere

Immagine associata al documento: "Gli interventi necessari per eliminare il rischio ambientale a Taranto sono interventi sugli impianti che in gran parte coincidono con l'ammodernamento delle tecnologie di produzione". Così, questa mattina, il ministro dell'Ambiente, Corrado Clini, ai microfoni di Rai Radio 1.

Si parla tanto di bonifiche, ma, nello specifico, quali interventi verranno effettuati?
"Le bonifiche consistono nel rimuovere dai terreni le sostanze potenzialmente tossiche, che superano i limiti di concentrazione oltre i quali tali sostanze cominciano a produrre un effetto tossicologico negativo. Le tecniche di bonifica dovranno essere differenti a seconda del tipo di inquinante da rimuovere, delle caratteristiche geologiche del terreno su cui è depositato e in funzione della presenza o meno di acque di falda, sottolinea a Panorama.it Carlo Mapelli, docente di Siderurgia al Politecnico di Milano. In alcuni casi di potrebbe agire anche con bonifiche sul posto, rimuovendo gli inquinanti attraverso l'applicazione di correnti di vapore, oppure attraverso l'introduzione di sostanze ossidanti nel suolo. Invece in altri casi potrebbe essere necessario rimuovere i terreni e conferirli in impianti di trattamento in cui gli inquinanti vengono distrutti per via termica".

Prima di operare degli interventi sugli impianti produttivi, nonché su quelli di captazione e filtraggio attualmente operanti è necessario effettuare delle misurazioni puntuali e precise, per capire dove sono realmente concentrati i punti sorgenti delle emissioni e una volta individuati va valutato se tali emissioni sono costanti nel tempo oppure sono variabili ed avvengono solo in corrispondenza di certe operazioni. "Se esistono, sottolineo il se, e sono tuttora presenti fonti intense di emissione perché qualcuno degli impianti di captazione non riesce a convogliare correttamente i gas in uscita dall'impianto produttivo, va valutato l'eventuale potenziamento di quel sistema. In presenza di fughe gassose dalla struttura degli impianti produttivi si dovrebbe procedere a sigillare tali punti di fuga", aggiunge Mapelli.

Gli interventi più importanti riguarderanno la parte esterna dell'impianto per arginare le emissioni e lo spolverio, altri incideranno sul ciclo della produzione, altri ancora serviranno a tenere sotto controllo le sorgenti inquinanti. Nel dettaglio, l'agglomerato sarà dotato del sistema per il campionamento a lungo termine delle diossine dal camino E312, misura che sarà portata a termine entro la fine di settembre prossimo.

Entro quaranta giorni, quindi, una delle richieste più pressanti venuta dal mondo ambientalista tarantino e, soprattutto, dalla magistratura sarà soddisfatta. Inoltre, gli altoforni saranno sottoposti a tre interventi. Innanzi tutto, si provvederà a creare il sistema di "depolverazione a tessuto", come chiesto dai periti, sugli impianti 1 e 2; poi, si provvederà al miglioramento dell'efficienza di captazione delle polveri dai campi di colata sull'1 e sul 5 (e questo comporterà tempi lunghi a causa del rifacimento degli stessi altoforni); infine la condensazione dei vapori derivanti dalla "granulazione" della loppa sugli altiforni 1, 4 e 5. [...]

Da "Panorama.it" del 21 agosto 2012

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