Corriere del Giorno - Acquaporina: la scoperta apripista dell'Università di Bari

Immagine associata al documento: Corriere del Giorno - Acquaporina: la scoperta apripista dell'Università di Bari "La risonanza mondiale di questa scoperta dimostra quanto sia strategicamente valido l'investimento nella ricerca". Il vicepresidente della Regione Puglia e Assessore allo Sviluppo economico, Loredana Capone, ha commentato così la scoperta dell'acquaporina, cioe il meccanismo che scatena una malattia rara, la neuromielite ottica, affine alla sclerosi multipla. Una scoperta apripista dell'Università di Bari, esplosa nel mondo scientifico internazionale attraverso la pubblicazione sulle maggiori riviste di chimica, biologia e medicina del mondo, una delle quali, il Journal of Biological Chemistry, sarà pubblicata il 12 febbraio negli Stati Unitui con la copertina dedicata allo studio pugliese. Si tratta "di una politica- ha detto Capone - che la Regione ha fatto propria dedicando a questo settore più di 1 miliardo 700milioni della nuova programmazione. La Puglia che nel 2005 dava un contributo insignificante al panorama della ricerca mondiale, oggi moltiplica i casi di eccellenza ritagliandosi un ruolo sempre più protagonistico sulla scena internazionale".
Questa ricerca è considerata di particolare rilievo dall'universo scientifico mondiale perché apre le porte alla comprensione delle cause scatenanti anche di altre patologie autoimmuni del sistema nervoso centrale e soprattutto crea le premesse per la preparazione del farmaco adatto alla cura. Lo studio, condotto dall'Università di Bari attraverso quattro dipartimenti delle facoltà di Scienze Biotecnologiche, Medicina e Farmacia, costa in tutto 1milione 130mila euro ed è stato possibile grazie a Finanziamenti pubblici pari a 790mila euro erogati dalla Regione Puglia. Questa ricerca applicata costituisce uno dei 53 progetti strategici sostenuti dall'Assessorato allo Sviluppo economico con 45 milioni di euro.

Secondo Maria Svelto, docente di Fisiologia alla facoltà di Scienze Biotecnologiche dell'Università di Bari e coordinatrice del progetto l'idea è "di approntare dei kit diagnostici; la ricerca dell'anticorpo nel sangue dei pazienti consente di fare una diagnosi differenziale tra sclerosi multipla e neuromielite e ovviamente - ha spiegato - anche un riscontro precoce. Così, sin dai primi sintomi, si potrà fare un test sul sangue in modo che i pazienti possano seguire una terapia mirata. L'altro obiettivo ha aggiunto la docente - é individuare principi attivi che possano modulare l'attività della proteina aumentandone o riducendone i livelli di espressione. Così potremmo preparare un farmaco che ci permetterebbe di gestire l'Acquaporina-4 limitando i danni determinati dall'anticorpo. Per questo abbiamo testato 5mila molecole da cui sono state ricavate 2 potenzialmente utili, adesso andremo in Cina per continuare il test utilizzando i principi attivi delle piante usate nella medicina tradizionale cinese". Una fase della ricerca importante se si considera che oggi la sclerosi multipla si cura con terapie mirate a ridurre la risposta immunitaria che può solo ridurre l'infiammazione, mentre la neuromielite si cura con la plasmaferesi cioé un procedimento che permette di allontanare gli anticorpi dal sangue.

Da "Corriere del Giorno" del 10 febbraio 2010 (pag XXIII)       -          
 
Data Pubblicazione sul portale: 11 Febbraio 2010
Aree Tematiche: Sistema Puglia, Rassegna Stampa, Politiche per lo Sviluppo
Redazione: Redazione Sistema Puglia
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